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trans

Pad. Ramona, la ts bodybuilder: scopato!


di Strapps
31.05.2025    |    16    |    0 6.0
"Dovetti tenerlo anche una volta a casa e mi concesse di toglierlo solo verso le dieci di sera..."
(Nuove avventure transex per me si profilano all'orizzonte. Intanto però mi prendo una bella dose di cazzo nel culo dalla Padrona Ramona)

Ramona mi chiamò un pomeriggio in ufficio. “Ho un ingaggio per te! Fra due giorni partiremo per il Brasile, preparati.”
“...come fra due giorni, ma ho una riunione con
“Silenzio! Ho già deciso tutto e preso accordi con chi si occuperà di te. Della riunione non mi frega un cazzo! Se ne occuperà Gisella. Tu fai quello che decido io!”
“...emm sì Signora…
“E adesso perché hai osato discutere con me vai in bagno, infilati l’ovetto nel culo e lascialo lì fino a nuovo ordine!” e chiuse la converazione.
Rimasi senza fiato. La storia dell’ingaggio, come l’aveva definito la Padrona Ramona, mi preoccupava e inoltre l’ovetto nel culo era una delle sue punizioni più sadiche e umilianti. Ma non potevo(e volevo)certo disobbedirle: così presi dal cassetto l’oggetto, lo accesi e poi andai in bagno, me lo ficcai nel culo, era un ovetto tutto sommato di piccole dimensioni, ma pesante, fatto di un materiale speciale al centro c’era incisa la scritta PROPRIETA’ di PADRONA RAMONA e poi tornai nel mio ufficio. Feci cancellare l’unico appuntamento del pomeriggio e rimasi chiuso nella mia stanza in attesa. Sbrigai poco lavoro, ormai quasi tutto a livello organizzativo e decisionale era gestito dalla mia socia Gisella che era nelle grazie di Ramona(ed era anche più brava di me sotto ogni punto di vista). Dopo qualche minuto arrivò la prima scossa, lunga, con l’ovetto che vibrava nel mio culo. Pausa e poi un paio più brevi. Sudavo e soffrivo contorcendomi sulla sedia. Ramona fece una videochiamata per vedermi mentre si divertiva ad azionare l’ovetto a distanza, rideva di me e si divertiva. Quindi chiuse la “diretta” con me, ma nelle successive ore ad intervalli più o meno lunghi si divertì a mandarmi scariche. Dovetti tenerlo anche una volta a casa e mi concesse di toglierlo solo verso le dieci di sera.
Passai il giorno successivo e poi le ore al mio arrivo in Liguria facendo congetture su cosa avesse ideato per me la padrona Ramona.
Il venerdì pomeriggio quando arrivai nella mia ex-casa al mare ora intestata a lei, trovai la sala e le camere da letto tutte in disordine e resti di una festa ovunque. Ramona non c’era e neppure qualcuno dei suoi fidanzati/amanti. Sul frigo c’era un biglietto scritto da Lei: PER IL MIO SCHIAVO:
1-riordina la casa e pulisci tutto
2-fai la lavatrice
3-prepara cena
Quando tornerò voglio trovarti sul mio letto con un dildo infilato nel culo e pronto per ricevere il cazzo padronale.
Leggendolo mi eccitai terribilmente. Certo avevo molto lavoro da fare, ma c’erano almeno quattro ore prima che tornasse a casa e avevo tempo. Non faceva accenno a cosa avesse pensato per me in Brasile, ma l’idea che al suo arrivo mi scopasse subito e non a fine weekend come capitava spesso mi fece scorrere brividi lungo la schiena e mi misi subito a lavoro: prima la lavatrice, quindi il resto: rassettare, riordinare, pulire, pulire, pulire, portare via lo sporco. In meno di tre ore feci tutto, comprese le camere da letto dove cambiai lenzuola e tutto il resto. Quindi mi dedicai alla cena, preparando della carne che lei aveva lasciato in frigo con molte verdure e molte spezie come piaceva a Ramona con contorno di riso bianco, quando sarebbe arrivata, sarebbe stato sufficiente scaldare un po’ per essere pronto. Quando ebbi finito e tutto era pronto, ero un poco stanco, ma l’idea che al suo ritorno la Padrona Ramona mi avrebbe scopato mi fece passare ogni stanchezza. Feci una bella e lunga doccia, controllai che la rasatura delle mie parti intime fosse perfetta, mi riempii il culo di gel e salii di sopra. Nudo mi sdraiai sul letto, mi misi un plug nel culo e rimasi in attesa del cazzo padronale.
Riuscii a dormire anche qualche minuto prima che lei arrivasse. Fuori era già buio, ma quando sentii la chiave nella porta e il rumore dei suoi passi in fondo alle scale ero bello sveglio, col cazzo duro, eccitato dal pensiero che da lì a poco la Padrona Ramona avrebbe piazzato il suo enorme cazzo nero nel mio culetto e mi avrebbe posseduto con forza.
Mi sistemai come lei voleva che mi facessi trovare: le ginocchia piegate, il culo ben in aria e pronto, la schiena allungata sul letto e la testa fra le braccia disposte ad angolo.
“Troia sei di sopra???” urlò
“Sì, Signora!”
Salì le scale, i passi pesanti dei suoi stivaletti militari sulle assi di legno erano fragorosi e allo stesso tempo eccitanti perché ognuno di essi mi avvicinava sempre di più a Lei.
Entrò nella stanza, mi arrivò subito la vampata del suo odore irresistibile: un misto di sudore, muscoli, profumo di transex, di superiorità e note di essenze francesi esclusive che indossava ogni giorno.
“Brava la mia troietta… - mi colpì sulle natiche con forza un paio di volte, facendomi gridare di dolore, ma anche di eccitazione, era passato del tempo da quando le sue mani mi avevano sfiorato – resta così, prima voglio mangiare qualcosa…” e mi sputò sul culo un paio di volte.
Scese giù, rimasi un po’ deluso, ma sapevo che quello era un gioco classico della Padrona, mi conosceva benissimo, sapeva che ero eccitato da morire, ma voleva farmi aspettare ancora un po’ infliggendomi sofferenza gratuita, ma allo stesso tempo facendo salire la mia libido alle stelle.
Così rimasi fermo in attesa che tornasse, captavo ogni rumore da sotto: lei che si apriva la bottiglia di vino frizzante che avevo messo in ghiaccio per lei, che accendeva i fornelli per riscaldare la carne(tutte cose che avrei fatto io, ma lei si stava divertendo ad infliggermi quell’attesa snervante)e poi la sentii che mangiava da sola.
“Ummm buono...la mia puttanella ha sempre un buon tocco...bravo!”
“GRAZIE SIGNORA!” orlai dal letto.
Il tempo scorreva lentissimo, ma alla fine sentii di nuovo i passi sulle scale.
“Eccomi!” si tolse gli stivali e poi i pantaloni facendoli cadere sul pavimento, non potevo voltarmi, avrei voluto tanto vedere i suoi muscoli da bodybuolder neri, il suo petto gonfio, la sua faccia bellissima piena di rughe, la sua bocca colorata di rosa o rosso, la sua testa rasata, di quale colore? Ero eccitato da impazzire, sudato, agitai il culo per farla divertire, lei mi sculacciò un paio di volte, stava ancora bevendo.
“...la mia puttanella...ho in serbo una bella sorpresa per te in Brasile...so che ti piacerà...mi ringrazierai….ma prima voglio scoparti….via...togliamo questo coso!” e mi tolse il plug dal culo. Quindi iniziò a strusciare il suo pezzo di carne nero sul solco del mio culetto bianco e depilato, eccitandosi e indurendolo. Avrei sperato che mi facesse uno schiocco di dita così che avrei potuto farlo io con la mia bocca, ma evidentemente non c’era bisogno, Ramona aveva voglia di fottere il suo schiavo e infatti dopo poco sentii spingere la grossa cappella dentro il mio buco, mi rilassai al massimo per accoglierla, lei spinse prima piano piano, quindi dette un colpo deciso, gridai di dolore e piacere assieme, quindi lei mi prese i fianchi, mi sistemò come meglio le servivo e spinse dentro anche il resto del suo affare. Cazzo che goduria! Bello caldo, grosso, potente, prese a scoparmi tenendomi ben saldo in suo dominio con le mani grosse e forti, pensai ai muscoli delle sue braccia che facevano pressione per tenermi fermo mentre mi scopava. Sentii il suo uccello nero, grosso e bello duro dentro di me, presto fui preso dal piacere della scopata, del fatto che ero suo, che mi possedeva come solo la Padrona Ramona sapeva fare, sudavo e godevo, il dolore iniziale scomparso del tutto, sentivo solo quel grosso pezzo di carne che mi scopava, lacrime di gioia mi rigavano il volto mentre lei aumentava il ritmo e mi montava sempre meglio, sempre più forte, gridavo di lussuria e orgasmi anali “...sssssìììììììì….ahhhoohhhsììììì...sìììììììì….cosìììììì….padronaaaaaaaaaaaaaaaaa!!”
“TI SCOPO TROIA! PRENDI TROIA!!! TI SPACCO TUTTA PUTTANA BIANCA!!! SEIIIII MIAAAAAAAAA TTROIAAAAAAAAAAA” mi urlava lei da sopra, scopandomi, spingendo avanti e indietro con forza, con esperienza, con potere di padrona, io godevo come un pazzo, sbattuto da lei, posseduto dal cazzo padronale che mi faceva gridare di piacere estremo.
Andò avanti per un po’, montandomi sul letto, scopandomi, offendendomi, ficcandomi un paio di dita in bocca, tirandomi i capelli mentre il suo cazzone nero affondava il colpo, quindi eruttò nel mio culo: sborra e sborra calda, densa, mi riempì tutto mentre anche io godevo preso da orgasmi anali e dal fatto che ero suo: della Padrona Ramona che mi scopava. Quando ebbe finito di svuotarsi le palle dentro il mio culo mi franò addosso e fu bellissimo: il peso del suo corpo da bodybuilder, del suo ventre piatto, del suo seno gonfio, il sudore, l’odore intenso della sua pelle contro di me. Ero suo. Mi aveva appena scopato alla grande. Ero innamorato di lei. La sborra calda ancora nel mio culo, mi abbracciò tenendomi sotto di lei. Passò qualche minuto, quindi lei si riprese, si sollevò da sopra di me e schioccò le dita: era il segnale che dovevo ripulire il suo cazzone dalle tracce di sperma. Mi dedicai a ciò con passione, voglia e devozione estrema come un servo deve fare per il cazzo della sua padrona transex. Mentre leccavo e baciavo mi disse:
“Domani in Brasile ti consegnerò ad una mia amica. Gestisce un bordello nella regione di S., sarai alle sue dipendenze. Ti piacerà lo so. Ti piacerà da impazzire. Fidati della tua padrona. Io ti conosco meglio di tutti. Mi ringrazierai quando verrò a prenderti, anzi scommetto che non vorrai tornare…!” e rise. Io ero preoccupato per quelle parole e preoccupato dal fatto che ciò significava che non avrei visto quel cazzo meraviglioso(che stavo pulendo e leccando con la lingua mentre mi parlava) per molto tempo. Ma sapevo anche che era vero che lei mi conosceva molto bene e che era la mia padrona, quindi quello che aveva deciso per me, era giusto.
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